Pare che sia il tre luglio duemilanove.
Un sacco di gente direbbe che ne è passata di acqua sotto i ponti: io lo dirò quando sotto i ponti non ci sarà acqua ma gente che (per il ponte) cercherà di bere l’acqua sotto ai ponti perchè tanto anche quella del rubinetto costerà un casino, molto più del Ponte. (sullo stretto).
Mi stavo dicendo in effetti che è un casino che non scrivo, o meglio, che non mi siedo quaggiù e comincio un po’ a chiacchierare con le parole, e sapete una cosa? Ogni giorno che passa, mi rendo conto che la cosa in effetti mi manca. Ho speso tante notti insonni e tante notti oniriche davanti a questo ammasso di plastiche gravide di simboli, tentanto in qualche modo di liberare il cuore da affanni, questioni, o sancire la leggerezza di qualche insperato ottimismo e certezza (
sì, sì, io SPACCO!*). I lettori inesistenti di questo blog (Bello! Parlo coi fantasmi, più o meno come dovrebbe fare Jessica Fletcher il giorno in cui cominciasse a rendersi conto dei letali effetti dei suoi viaggi – o più semplicemente della sua presenza; anche se, a dire il vero, sarei pronto a sacrificare altre due, tre volte quelle vittime televisive per continuare a sentire la mitologica risata risolutoria finale – che Liberazione!) saranno curiosi di sapere che fine ho fatto! Difatti, tralasciando qualche fugace ritorno da colibrì in questi mesi, è un pò (un anno? diecimila miliardi di
cioè, strapoco tempo fah!) che pian piano ciò che aveva estrema importanza per il sottoscritto, diciamo la Seconda Valvola, Past but not Peas, insomma Scrivere, si faceva attività sempre meno abituale (e come in tutte le arti, più si attende, più si arrugginisce – più insomma è faticoso ritrovarsi a tramutare con chiarezza il chiacchiericcio mentale in Concetti magari piacevoli da seguire). Il fatto è che diecimila miliardi di cioè strapoco tempo fah mi sono intrippato pesantemente coi Genesis. E così mi sono convinto a crescere un pochino anche fra quegli 88 heiltasti che il pianoforte ci sbrodola davanti in un sacco di case aristocratiche (tra cui la mia). Tra l’altro, alla fine ho capito che i Genesis sono dei grandi, e che alla fine vincono loro (certo! Sono Buoni). Ma, come dicevo, scrivere assolutamente mi manca. Per rispondere alle curiosità di voi (ahahah!) tutti, pare che alla fine farò il musicista. Questo significa che avrò non solo tutto il tempo di sopportare le ramanzine di chi mi dice che non faccio niente, ma anche quello di non fare effettivamente niente! Fantastico. Non vedo l’ora di chiudere i conti accademici per completarmi come (1)Essere Ritmico, diciamo Essere che Recide Ponti fra Cardiosi e Mani; migliorarmi come (2)Essere Compositore, diciamo Essere Architetto a Shangri-La; migliorarmi dunque infine come (3)Essere Scrittore, o Essere-Lettera; senza mai dimenticare (∞)l’Essere Umano, o Essere-Essere, dove più che Tempo e Studio in questa formazione contano Umiltà, Sensibilità, Coscienza Critica, Entusiasmo, Altruismo e magari lo spazzolino che non si sa mai. Così, forse, il sogno di Gionni Grey Gomez di essere proprio come Johnny Grey Gomez si sta realizzando per davvero, grazie anche a papi e mammà che ancora non mi hanno cacciato di casa.
Ps: sono innamorato. E’ Bello essere Innamorati! Almeno finchè lo sei.
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vd. "my name is Earl"