Archivio per aprile 2010

Saluti da Malta   Leave a comment

"Crocevia naturale, Malta è al
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi, talvolta spinti da condizioni
di vita assai ardue, da violenze e persecuzioni, e ciò comporta,
naturalmente, problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili, ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concertando gli interventi a livello
internazionale".
Questo periodo è stato per me uno di quegli incontri che in un lampo acquistano, come dire, un sapore.
E’ la frase dell’uomo che sta a capo della Chiesa Cattolica Universale, quindi guida spirituale, faro ardente, il Primo a testimoniare il messaggio di Cristo, da vari punti di vista (sia di mezzi di comunicazione in suo possesso, sia in termini di presenza sul territorio planetario, sia di quantità di seguito, di impatto sociale e culturale della sua Chiesa). Devo partire da una premessa: tutto ciò che ne seguirà sarà legato alla mia concezione e alla mia idea di uomo, anzi di massimo esponente della Chiesa. Di chiesa cristiana, in questo caso, cristiana e cattolica. Storicamente, il ruolo ecclesiastico all’interno della società (che puo’ essere definito, citando C.T. Altan "fatto sociale totale"), è sempre stato molteplice; ma indubbia è la funzione di "guida morale" ed etica della società da cui la chiesa è sorta, guida che fa  (o dovrebbe fare) della sua bandiera l’equità, il rifiuto del piacere materiale, la purezza di spirito, la lealtà, la sincerità, la compassione, la verità, la verità, la verità. Verità ad ogni costo, perchè la’ nella Verità sta la Fede (secondo chi ha fede, ovviamente). La frase di cui sopra è un incredibile e lampante (anzi fulminante) specchio della lontananza della Chiesa da tutto questo.
Papa Benedetto XVI va a Malta, dove le bassezze degli esponenti della sua fede hanno trovato modo anche lì di manifestarsi, e si scusa con le vittime dei suoi.
E’ giusto. Era il momento di parlare, la situazione era diventata pesante. Il baratro mediatico era vicino, tanto valeva pulire i panni sporchi non solo in famiglia per una volta, e non pensarci più. Il problema è quando parla o, molto politically correct, accenna a un problema molto più tragico, molto più mostruoso, molto più umano e disumano e di portata cento volte maggiore. La disperazione, il sopruso, la guerra, la miseria, la fame, le terribili ingiustizie, i profitti, l’avidità, chi approfitta, chi guadagna, chi muore.
 Ma sarà sicuramente più semplice argomentare il mio pensiero analizzando la frase punto per punto.
"Malta è al
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi". Come un tempo San Paolo. Perchè lo scrivi? A cosa serve, effettivamente? Un pensatore della Chiesa, un Teologo con due palle così, perchè deve iniziare una frase facendo questa citazione da catechismo, informazione da scuola elementare, in un argomento che non c’entra nulla? Non è nulla di che, lo riconosco, ma è l’esempio di un approccio che ammorbidisce, che insomma sa di sussidiario, e non di riflessione sull’immigrazione.
"Problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili": quali. Parlane, Cristo! La gente NON LI SA. Non sa veramente in quali condizioni milioni di persone spendono miseramente la loro vita. Se tu vuoi Veramente mobilitare le coscienze di chi ti ascolta e chi no, mostra veramente l’infamia dietro la quale si cela la povertà, esprimici la tua VERA insofferenza per ciò che accade. "Problemi complessi" non puzza di sangue, di morte, di strade piene di spazzatura, di gommoni al gelo con decine di disperati che non sanno se rivedranno mai il sole, di gente che si nutre, gioca, e abita nei rifiuti delle città che una volta erano loro, fra bidonville di Korogocho e sterminati campi da golf a due passi. "Problemi complessi" non mi fa sentire male, non mi fa provare compassione, non mi smuove, mi fa solo annuire e dedicare un sincero sospiro a quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere poveri. Devi parlarne, Joseph. Devi farci sentire in bocca il sapore dell’ingiustizia ogni volta che ti scontri con le persone e le istituzioni che la permettono. Devi denunciare sempre, tutto. Altrimenti non sei per nulla, e non sarai mai uomo della Verità come ti proclami.
"(soluzioni non facili) ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concentrando gli interventi a livello
internazionale".
Se tu parli di "perseveranza e tenacia" nella fantomatica ricerca di "soluzioni" per le ingiustizie che tutte le strutture e le istituzioni commettono nei confronti di altre, stai descrivendo il problema in un’ottica distaccata, illusoria, falsa. Il problema c’è, è grosso, è complicato! Come se lo facesse qualcun’altro, come se non fosse chiaro dove, quando e in quali modi funziona il sopruso al giorno d’oggi. La "ricerca delle soluzioni" lascia passare l’idea di un problema da risolvere come presenza ineliminabile dai comportamenti umani, come "male di fatto", come se veramente le direzioni delle istituzioni si impegnassero con tutto il cuore nella risoluzione di questo "complesso problema" dell’ingiustizia, senza averne nessuna responsabilità! Come si puo’ dipingere come persone impegnate a risolvere fantomatici "problemi complessi" i politici, i finanzieri, i burocrati, che in realtà con la stessa indifferenza vivono perennemente nel compromesso (facendo quindi la logica del sistema), anche chi fra di loro è in buona fede? Tu, Capo della Chiesa Universale, dovresti fuggire dal compromesso solo al suo vago sentore, altro che sguazzarci dentro: perchè nella Fede e nella Verità non esistono crepe, non esistono "complessità" fantasmagoriche e non esiste il politically correct. Le enormi tragedie che accadono nel mondo per colpa di questi "compromessi" sono troppo grosse, per farne parte, da uomo di Dio.
E invece tu, fedele cattolico, segui veramente l’insegnamento del Cristianesimo, che è l’espressione della tendenza umana al bene come in tante altre fedi: rispetta il mondo in cui sei nato! Ama il tuo prossimo! Coltiva la tua mente, il tuo spirito, la tua esistenza! Stai lontano da ciò che è vano, materiale, stupido, corrotto! Non farti dominare dai soldi, servono "solo" a  vivere dignitosamente! Non accettare dogmi, non abbracciare aprioristicamente quello che puo’ emozionarti: la religione deve essere studiata con occhio antropologico, sempre – perchè è nella tendenza dell’uomo a Dio che si vede Dio, non nella Chiesa, non nel dipinto, non nella sindone, non in ciò che invece chiaramente è umano, troppo umano. Caccia dalla tua fede l’istituzione, che sarà, ahimè, sempre miope, sempre insolente e intollerante, e intrecciata mani e piedi con le questioni degli uomini, coi soldi, col sesso, con la corruzione.
Benedetto. Le realtà di cui non parli come dovresti le conosci perfettamente. E nella tua posizione, dovresti sbraitare da mattina a sera contro le nefandezze che facciamo – che facciamo tutti, tutti. Tu non devi esortare di tanto in tanto alla soluzione dei "problemi che conoscono tutti", perchè dici tutto e non dici un cazzo. Un cazzo di niente. E tutto rimane com’è, e tu non hai cambiato il modo di vedere le cose in nessuno, non contribuisci al miglioramento di niente.
Sei un fallito, Joseph Ratzinger. E lo fai pure apposta.
In fede,
Gionni Grey Gomez

Pubblicato 24 aprile 2010 da gionnigrey in Senza categoria

rosso di sera – le orme (popcorn 1982)   1 comment

vorrei parlare di qualcosa.
Giuro.
Mi piacerebbe riprendere i contatti con la parola scritta, con leggerezza, con ispirazione, con fiducia, come facevo un po’ di tempo fa. Ora non ci riesco più: è un dato di fatto, inutile negarlo. L’unica speranza è data dalla immutata sensazione piacevole e di liberazione nascosta fra un morfema e l’altro. E’ un po’ come se il calderone dentro la mia testa fosse stracarica di ingredienti, aggiunti nel tempo senza alcun senso della misura: il risultato puo’ essere un obrobrio lessicale, o, molto più semplicemente, un foglio bianco. Disperatamente bianco!
Non che io volessi fare lo scrittore (sto mentendo. Da bambino- e anche più in là sognavo la casa in mezzo alle sterpaglie ricoperte di sottile rugiada dove riversare tutte le mie malinconie pre e post-adolescenziali), ma quantomeno so che se la vena d’inchiostro si esaurisse completamente, sarebbe bruttino.
Non mi piacciono le cose bruttine! Lo sancisco assolutamente.
Perciò, fra i propositi di metà aprile duemiladieci (lo so, è un casino) c’è anche quello di leggere – e quindi scrivere – di più.
Passo le mie giornate fra il desiderare di suonare e il suonare. Volendo essere totalmente sinceri c’è anche la voglia di andare in marocco per sei mesi. Magari con la donzella giusta. Potrà essere solamente quella che mi dice (con fare naif, ma anche un po’ da neohippie schierata) "beh, ma l’importante è che non facciamo troppe foto…cioè, lo sai, alla fine le immagini non rappresentano l’esperienza in quanto tale, diventano feticci, capisci…fantasmi, capisci…cioè espressioni di un disagio masturbatorio, non so se mi spiego…tieni, leggi questo libro, c’è nell’appendice un riferimento a un altro autore che" eccetera.
Figata.
Nel frattempo aspetto che arrivi il giorno in cui la sveglia non sia l’incarnazione perfettissima del Demonio con tutte le corna e gli zoccoli del caso, sorseggiando acqua gasata con rimasugli di pasta cruda da qualche parte nel palato. Questo si che è attraente!
Un altro proposito di questa metà dell’aprile 2010 è quella di espiare il senso di colpa che mi opprime (non ve lo dico il perchè! Ma sappiate che non è perchè ho schiacciato una formichina – ho già pianto da bambino per un atto del genere, ora sono convenzionato), di lavarmi più spesso, di coltivare un rapporto meno problematico con il masterizzatore. Lui non funziona, ma penso che sia perchè percepisca le malevole intenzioni che ho nei suoi confronti (lo aspetta un lavoro mastodontico).
Ora, in questo momento preciso, ho deciso di smettere di scrivere queste cazzate. Volevo solo sentirmi un po’ meglio. Dunque buonanotte.

Pubblicato 19 aprile 2010 da gionnigrey in Senza categoria

è complicato   Leave a comment

a destra c’è il codice da vinci.
a sinistra un gomitolo delirante, quattro occhi azzurri a cercare di risolverlo.
sopra i mostri sacri dell’Arte, in panciolle, ridere di gusto mentre t’affanni;
sotto il molle brivido del vuoto, del peccato divora virtù
e in mezzo, a grattarsi il mento la solitudine.

Pubblicato 7 aprile 2010 da gionnigrey in Senza categoria