"Crocevia naturale, Malta è al
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi, talvolta spinti da condizioni
di vita assai ardue, da violenze e persecuzioni, e ciò comporta,
naturalmente, problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili, ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concertando gli interventi a livello
internazionale".
Questo periodo è stato per me uno di quegli incontri che in un lampo acquistano, come dire, un sapore.
E’ la frase dell’uomo che sta a capo della Chiesa Cattolica Universale, quindi guida spirituale, faro ardente, il Primo a testimoniare il messaggio di Cristo, da vari punti di vista (sia di mezzi di comunicazione in suo possesso, sia in termini di presenza sul territorio planetario, sia di quantità di seguito, di impatto sociale e culturale della sua Chiesa). Devo partire da una premessa: tutto ciò che ne seguirà sarà legato alla mia concezione e alla mia idea di uomo, anzi di massimo esponente della Chiesa. Di chiesa cristiana, in questo caso, cristiana e cattolica. Storicamente, il ruolo ecclesiastico all’interno della società (che puo’ essere definito, citando C.T. Altan "fatto sociale totale"), è sempre stato molteplice; ma indubbia è la funzione di "guida morale" ed etica della società da cui la chiesa è sorta, guida che fa (o dovrebbe fare) della sua bandiera l’equità, il rifiuto del piacere materiale, la purezza di spirito, la lealtà, la sincerità, la compassione, la verità, la verità, la verità. Verità ad ogni costo, perchè la’ nella Verità sta la Fede (secondo chi ha fede, ovviamente). La frase di cui sopra è un incredibile e lampante (anzi fulminante) specchio della lontananza della Chiesa da tutto questo.
Papa Benedetto XVI va a Malta, dove le bassezze degli esponenti della sua fede hanno trovato modo anche lì di manifestarsi, e si scusa con le vittime dei suoi.
E’ giusto. Era il momento di parlare, la situazione era diventata pesante. Il baratro mediatico era vicino, tanto valeva pulire i panni sporchi non solo in famiglia per una volta, e non pensarci più. Il problema è quando parla o, molto politically correct, accenna a un problema molto più tragico, molto più mostruoso, molto più umano e disumano e di portata cento volte maggiore. La disperazione, il sopruso, la guerra, la miseria, la fame, le terribili ingiustizie, i profitti, l’avidità, chi approfitta, chi guadagna, chi muore.
Ma sarà sicuramente più semplice argomentare il mio pensiero analizzando la frase punto per punto.
"Malta è al
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi". Come un tempo San Paolo. Perchè lo scrivi? A cosa serve, effettivamente? Un pensatore della Chiesa, un Teologo con due palle così, perchè deve iniziare una frase facendo questa citazione da catechismo, informazione da scuola elementare, in un argomento che non c’entra nulla? Non è nulla di che, lo riconosco, ma è l’esempio di un approccio che ammorbidisce, che insomma sa di sussidiario, e non di riflessione sull’immigrazione.
"Problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili": quali. Parlane, Cristo! La gente NON LI SA. Non sa veramente in quali condizioni milioni di persone spendono miseramente la loro vita. Se tu vuoi Veramente mobilitare le coscienze di chi ti ascolta e chi no, mostra veramente l’infamia dietro la quale si cela la povertà, esprimici la tua VERA insofferenza per ciò che accade. "Problemi complessi" non puzza di sangue, di morte, di strade piene di spazzatura, di gommoni al gelo con decine di disperati che non sanno se rivedranno mai il sole, di gente che si nutre, gioca, e abita nei rifiuti delle città che una volta erano loro, fra bidonville di Korogocho e sterminati campi da golf a due passi. "Problemi complessi" non mi fa sentire male, non mi fa provare compassione, non mi smuove, mi fa solo annuire e dedicare un sincero sospiro a quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere poveri. Devi parlarne, Joseph. Devi farci sentire in bocca il sapore dell’ingiustizia ogni volta che ti scontri con le persone e le istituzioni che la permettono. Devi denunciare sempre, tutto. Altrimenti non sei per nulla, e non sarai mai uomo della Verità come ti proclami.
"(soluzioni non facili) ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concentrando gli interventi a livello
internazionale".
Se tu parli di "perseveranza e tenacia" nella fantomatica ricerca di "soluzioni" per le ingiustizie che tutte le strutture e le istituzioni commettono nei confronti di altre, stai descrivendo il problema in un’ottica distaccata, illusoria, falsa. Il problema c’è, è grosso, è complicato! Come se lo facesse qualcun’altro, come se non fosse chiaro dove, quando e in quali modi funziona il sopruso al giorno d’oggi. La "ricerca delle soluzioni" lascia passare l’idea di un problema da risolvere come presenza ineliminabile dai comportamenti umani, come "male di fatto", come se veramente le direzioni delle istituzioni si impegnassero con tutto il cuore nella risoluzione di questo "complesso problema" dell’ingiustizia, senza averne nessuna responsabilità! Come si puo’ dipingere come persone impegnate a risolvere fantomatici "problemi complessi" i politici, i finanzieri, i burocrati, che in realtà con la stessa indifferenza vivono perennemente nel compromesso (facendo quindi la logica del sistema), anche chi fra di loro è in buona fede? Tu, Capo della Chiesa Universale, dovresti fuggire dal compromesso solo al suo vago sentore, altro che sguazzarci dentro: perchè nella Fede e nella Verità non esistono crepe, non esistono "complessità" fantasmagoriche e non esiste il politically correct. Le enormi tragedie che accadono nel mondo per colpa di questi "compromessi" sono troppo grosse, per farne parte, da uomo di Dio.
E invece tu, fedele cattolico, segui veramente l’insegnamento del Cristianesimo, che è l’espressione della tendenza umana al bene come in tante altre fedi: rispetta il mondo in cui sei nato! Ama il tuo prossimo! Coltiva la tua mente, il tuo spirito, la tua esistenza! Stai lontano da ciò che è vano, materiale, stupido, corrotto! Non farti dominare dai soldi, servono "solo" a vivere dignitosamente! Non accettare dogmi, non abbracciare aprioristicamente quello che puo’ emozionarti: la religione deve essere studiata con occhio antropologico, sempre – perchè è nella tendenza dell’uomo a Dio che si vede Dio, non nella Chiesa, non nel dipinto, non nella sindone, non in ciò che invece chiaramente è umano, troppo umano. Caccia dalla tua fede l’istituzione, che sarà, ahimè, sempre miope, sempre insolente e intollerante, e intrecciata mani e piedi con le questioni degli uomini, coi soldi, col sesso, con la corruzione.
Benedetto. Le realtà di cui non parli come dovresti le conosci perfettamente. E nella tua posizione, dovresti sbraitare da mattina a sera contro le nefandezze che facciamo – che facciamo tutti, tutti. Tu non devi esortare di tanto in tanto alla soluzione dei "problemi che conoscono tutti", perchè dici tutto e non dici un cazzo. Un cazzo di niente. E tutto rimane com’è, e tu non hai cambiato il modo di vedere le cose in nessuno, non contribuisci al miglioramento di niente.
Sei un fallito, Joseph Ratzinger. E lo fai pure apposta.
In fede,
Gionni Grey Gomez
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi, talvolta spinti da condizioni
di vita assai ardue, da violenze e persecuzioni, e ciò comporta,
naturalmente, problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili, ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concertando gli interventi a livello
internazionale".
Questo periodo è stato per me uno di quegli incontri che in un lampo acquistano, come dire, un sapore.
E’ la frase dell’uomo che sta a capo della Chiesa Cattolica Universale, quindi guida spirituale, faro ardente, il Primo a testimoniare il messaggio di Cristo, da vari punti di vista (sia di mezzi di comunicazione in suo possesso, sia in termini di presenza sul territorio planetario, sia di quantità di seguito, di impatto sociale e culturale della sua Chiesa). Devo partire da una premessa: tutto ciò che ne seguirà sarà legato alla mia concezione e alla mia idea di uomo, anzi di massimo esponente della Chiesa. Di chiesa cristiana, in questo caso, cristiana e cattolica. Storicamente, il ruolo ecclesiastico all’interno della società (che puo’ essere definito, citando C.T. Altan "fatto sociale totale"), è sempre stato molteplice; ma indubbia è la funzione di "guida morale" ed etica della società da cui la chiesa è sorta, guida che fa (o dovrebbe fare) della sua bandiera l’equità, il rifiuto del piacere materiale, la purezza di spirito, la lealtà, la sincerità, la compassione, la verità, la verità, la verità. Verità ad ogni costo, perchè la’ nella Verità sta la Fede (secondo chi ha fede, ovviamente). La frase di cui sopra è un incredibile e lampante (anzi fulminante) specchio della lontananza della Chiesa da tutto questo.
Papa Benedetto XVI va a Malta, dove le bassezze degli esponenti della sua fede hanno trovato modo anche lì di manifestarsi, e si scusa con le vittime dei suoi.
E’ giusto. Era il momento di parlare, la situazione era diventata pesante. Il baratro mediatico era vicino, tanto valeva pulire i panni sporchi non solo in famiglia per una volta, e non pensarci più. Il problema è quando parla o, molto politically correct, accenna a un problema molto più tragico, molto più mostruoso, molto più umano e disumano e di portata cento volte maggiore. La disperazione, il sopruso, la guerra, la miseria, la fame, le terribili ingiustizie, i profitti, l’avidità, chi approfitta, chi guadagna, chi muore.
Ma sarà sicuramente più semplice argomentare il mio pensiero analizzando la frase punto per punto.
"Malta è al
centro di rotte di migrazione: uomini e donne, come un tempo san
Paolo, approdano sulle coste maltesi". Come un tempo San Paolo. Perchè lo scrivi? A cosa serve, effettivamente? Un pensatore della Chiesa, un Teologo con due palle così, perchè deve iniziare una frase facendo questa citazione da catechismo, informazione da scuola elementare, in un argomento che non c’entra nulla? Non è nulla di che, lo riconosco, ma è l’esempio di un approccio che ammorbidisce, che insomma sa di sussidiario, e non di riflessione sull’immigrazione.
"Problemi complessi sul piano umanitario, politico e
giuridico, problemi che hanno soluzioni non facili": quali. Parlane, Cristo! La gente NON LI SA. Non sa veramente in quali condizioni milioni di persone spendono miseramente la loro vita. Se tu vuoi Veramente mobilitare le coscienze di chi ti ascolta e chi no, mostra veramente l’infamia dietro la quale si cela la povertà, esprimici la tua VERA insofferenza per ciò che accade. "Problemi complessi" non puzza di sangue, di morte, di strade piene di spazzatura, di gommoni al gelo con decine di disperati che non sanno se rivedranno mai il sole, di gente che si nutre, gioca, e abita nei rifiuti delle città che una volta erano loro, fra bidonville di Korogocho e sterminati campi da golf a due passi. "Problemi complessi" non mi fa sentire male, non mi fa provare compassione, non mi smuove, mi fa solo annuire e dedicare un sincero sospiro a quelli che hanno avuto la sfortuna di nascere poveri. Devi parlarne, Joseph. Devi farci sentire in bocca il sapore dell’ingiustizia ogni volta che ti scontri con le persone e le istituzioni che la permettono. Devi denunciare sempre, tutto. Altrimenti non sei per nulla, e non sarai mai uomo della Verità come ti proclami.
"(soluzioni non facili) ma da ricercare
con perseveranza e tenacia, concentrando gli interventi a livello
internazionale".
Se tu parli di "perseveranza e tenacia" nella fantomatica ricerca di "soluzioni" per le ingiustizie che tutte le strutture e le istituzioni commettono nei confronti di altre, stai descrivendo il problema in un’ottica distaccata, illusoria, falsa. Il problema c’è, è grosso, è complicato! Come se lo facesse qualcun’altro, come se non fosse chiaro dove, quando e in quali modi funziona il sopruso al giorno d’oggi. La "ricerca delle soluzioni" lascia passare l’idea di un problema da risolvere come presenza ineliminabile dai comportamenti umani, come "male di fatto", come se veramente le direzioni delle istituzioni si impegnassero con tutto il cuore nella risoluzione di questo "complesso problema" dell’ingiustizia, senza averne nessuna responsabilità! Come si puo’ dipingere come persone impegnate a risolvere fantomatici "problemi complessi" i politici, i finanzieri, i burocrati, che in realtà con la stessa indifferenza vivono perennemente nel compromesso (facendo quindi la logica del sistema), anche chi fra di loro è in buona fede? Tu, Capo della Chiesa Universale, dovresti fuggire dal compromesso solo al suo vago sentore, altro che sguazzarci dentro: perchè nella Fede e nella Verità non esistono crepe, non esistono "complessità" fantasmagoriche e non esiste il politically correct. Le enormi tragedie che accadono nel mondo per colpa di questi "compromessi" sono troppo grosse, per farne parte, da uomo di Dio.
E invece tu, fedele cattolico, segui veramente l’insegnamento del Cristianesimo, che è l’espressione della tendenza umana al bene come in tante altre fedi: rispetta il mondo in cui sei nato! Ama il tuo prossimo! Coltiva la tua mente, il tuo spirito, la tua esistenza! Stai lontano da ciò che è vano, materiale, stupido, corrotto! Non farti dominare dai soldi, servono "solo" a vivere dignitosamente! Non accettare dogmi, non abbracciare aprioristicamente quello che puo’ emozionarti: la religione deve essere studiata con occhio antropologico, sempre – perchè è nella tendenza dell’uomo a Dio che si vede Dio, non nella Chiesa, non nel dipinto, non nella sindone, non in ciò che invece chiaramente è umano, troppo umano. Caccia dalla tua fede l’istituzione, che sarà, ahimè, sempre miope, sempre insolente e intollerante, e intrecciata mani e piedi con le questioni degli uomini, coi soldi, col sesso, con la corruzione.
Benedetto. Le realtà di cui non parli come dovresti le conosci perfettamente. E nella tua posizione, dovresti sbraitare da mattina a sera contro le nefandezze che facciamo – che facciamo tutti, tutti. Tu non devi esortare di tanto in tanto alla soluzione dei "problemi che conoscono tutti", perchè dici tutto e non dici un cazzo. Un cazzo di niente. E tutto rimane com’è, e tu non hai cambiato il modo di vedere le cose in nessuno, non contribuisci al miglioramento di niente.
Sei un fallito, Joseph Ratzinger. E lo fai pure apposta.
In fede,
Gionni Grey Gomez